I recenti avvenimenti hanno evidenziato, in maniera inequivocabile, la necessità di immaginare nuovi scenari e nuove modalità di erogazione delle prestazioni che possano permettere di seguire i pazienti anche a distanza, attraverso l’utilizzo di strumenti che riportano alla cosiddetta Salute digitale.
La telemedicina in questo senso rappresenta e rappresenterà senza dubbio una delle nuove frontiere della organizzazione dei servizi sanitari, non solo a livello nazionale. È con il Decreto del Ministero della Salute n. 77 del 23/05/2022 che riporta il “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”, che per la prima volta viene introdotta una definizione normativa di telemedicina. L’allegato 1 punto 15 stabilisce infatti che: “La telemedicina è una modalità di erogazione di servizi e prestazioni assistenziali sanitarie sociosanitarie a rilevanza sanitaria a distanza, abilitata dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e utilizzata da un professionista sanitario per fornire prestazioni sanitarie agli assistiti (telemedicina professionista sanitario – assistito) o servizi di consulenza e supporto ad altri professionisti sanitari (telemedicina professionista sanitario – professionista sanitario)”.
Da qui partiamo per analizzare e discutere come cambierà il sistema sanitario e la professione del medico con il suo profilo di responsabilità, nel momento in cui la modalità dell’erogazione di una prestazione evolverà da tradizionale a “digitale”.
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